Nel mondo della moda, del design e dell’arte, il colore è un elemento cruciale. Ma avete mai pensato a quale sia il colore più brutto del mondo ? Scopriamo insieme questa curiosa storia legata alla psicologia delle percezioni visive.
Il colore più brutto: una storia insolita
Il contesto storico
Nel 2011, l’Australia ha introdotto una legge riguardante la confezione neutra dei prodotti del tabacco, stabilendo che tutti i pacchetti di sigarette dovevano essere di un particolare colore poco attraente. Lo scopo era dissuadere le persone dal fumare sfruttando l’associazione tra questo colore e concetti negativi come la morte e lo sporco. Dopo l’Australia, anche la Francia ha adottato misure simili, utilizzando il medesimo colore sui pacchetti di tabacco per ragioni di uniformità e salute pubblica. Altri Paesi come il Regno Unito e l’Irlanda hanno preso in considerazione l’idea di seguire l’esempio.
La metodologia dello studio
La selezione del “colore più brutto” si basa su sondaggi condotti su oltre 1000 fumatori. Questi hanno stabilito che tale tonalità fosse la meno attraente. L’innovativo approccio dietro questa strategia marketing rovescia completamente le prassi convenzionali relative all’imballaggio dei prodotti.
Conosciamo ora meglio questo colore e la sua storia.
Il Pantone 448 C e la sua reputazione
Un colore poco amato
Il colore considerato il più brutto al mondo è il Pantone 448C, noto anche come “opaque couché”. Questa tonalità si trova a metà strada tra il verde kaki e il marrone scuro. È stato designato a seguito di uno studio condotto nel 2012 dall’Istituto di ricerca GfK su richiesta del governo australiano, che cercava un colore poco attraente per decorare i pacchetti di sigarette.
Le percezioni sull’uso del Pantone 448C
Sebbene il Pantone 448C sia considerato brutto da molti, alcuni esperti hanno tentato di difendere il suo uso. Leatrice Eiseman del Pantone Color Institute ha sottolineato che non esiste nulla di simile a un “colore brutto” e che ogni tonalità ha il suo posto e può essere apprezzata in diversi contesti.
Ma perché questa particolare tinta suscita una tale avversione ?
Perché questa tonalità è così odiata
La psicologia dei colori
Come accennato prima, l’utilizzo del Pantone 448 C nei pacchetti di sigarette deriva dalla volontà di evocare associazioni negative legate alla morte e allo sporco. La scelta della tonalità meno attraente conferma l’importanza della psicologia dei colori nel marketing e nella percezione del prodotto da parte dei consumatori.
L’efficacia del marketing basato su percezioni negative
È interessante notare che, secondo alcuni rapporti, il governo australiano ha osservato una diminuzione del numero di fumatori dopo l’introduzione dei pacchetti di sigarette associati a questo colore “disgustoso”. Questo porta a domandarsi sull’efficacia di questo tipo di marketing basato su percezioni negative.
Tuttavia, anche un colore tanto odiato può avere la sua utilità.
L’utilità di un colore considerato brutto
Uno strumento per la salute pubblica
L’uso del Pantone 448C, riconosciuto come il colore più brutto del mondo, è diventato uno strumento strategico nella lotta contro il fumo in diversi paesi. Dimostrando così come le percezioni visive possano influenzare il comportamento dei consumatori.
Riflessioni sul ruolo della tonalità nel design e nella pubblicità
La controversia intorno al Pantone 448C solleva interrogativi sul ruolo della colore nel design e nella pubblicità. Una tonalità definita ‘brutta’ può avere lo stesso impatto emotivo di una nota stonata in un pezzo musicale o di un ingrediente fuori luogo in una ricetta.
In conclusione, nonostante la reputazione negativa del Pantone 448 C, questa storia ci insegna quanto sia importante la scelta dei colori nelle politiche di marketing. Questo colore, spesso deriso e criticato, ha dimostrato di avere comunque un ruolo fondamentale nella lotta contro il fumo. Un bell’esempio di come anche i dettagli che a prima vista possono sembrare trascurabili, come la tonalità di un pacchetto di sigarette, possano avere un impatto significativo sulle abitudini dei consumatori.
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